Previdenza. A Roma, all’Hotel Excelsior, in via Veneto, la previdenza delle Casse del 103  ha vissuto due giorni da protagonista. Sul palco erano presenti: Giovanni Battafarano, capo della Segreteria tecnica del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, Pierluigi Mantini responsabile della Margherita per le professioni, Maurizio Sacconi senatore di Forza Italia, Giovanni Geroldi Presidente del nucleo di valutazione della spesa previdenziale, Mario Schiavon presidente della Cassa a favore della professione infermieristica e Giuseppe Jogna presidente dell’Ente di previdenza dei periti industriali. Tanti i temi in discussione e non tutti di facile ed immediata comprensione, ma tutti attuali e stringenti. Da parte delle Casse una richiesta precisa: maggiore autonomia. Le Casse cosiddette del 103, dal numero del decreto legislativo che le ha istituite, sono un consolidato esempio nel panorama previdenziale italiano di contributivo duro e puro. I pensionati del 103 percepiranno cioè pensioni commisurate a quanto avranno versato durante la loro vita lavorativa rivalutato secondo determinati parametri. Grande vantaggio di questo sistema è che gli enti saranno sempre in grado di rispettare gli impegni previdenziali presi, mentre il punto critico risiede nel fatto che le pensioni non sono, almeno ad oggi, adeguate. “Adeguato” è un aggettivo versatile, ma le pensioni che ora le Casse sono in grado di erogare hanno importi spesso modesti. Per ovviare a ciò la prima richiesta unanime e condivisa: maggiore autonomia. Fumata bianca dal mondo istituzionale sia nella prima giornata con il benestare della Maria Teresa Ferraro, direttore generale per le politiche previdenziali del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, che nella seconda con l’impegno dell’on. Battafarano. Entrambi gli esponenti del Palazzo hanno convenuto che si dovrà intervenire per ampliare l’autonomia delle Casse, a patto di rispettare due “ma”, ripetuti anche da Tiziano Treu nel suo intervento. Il primo: maggiore autonomia vuol dire maggiore responsabilità; il secondo: le Casse perseguono in forma privata un interesse pubblico, costituzionalmente garantito, ciò comporta che non si perda mai di vista l’obiettivo finale – il diritto alla pensione. Diritto intorno al quale deve iniziare a svilupparsi una maggiore consapevolezza. Le battute finali di Giuseppe Jogna sono state proprio indirizzate verso un auspicato cambio di mentalità che induca ognuno, e in particolare i giovani professionisti del 2006, alla consapevolezza che se non ci pensiamo da subito la pensione non l’avremo mai.